Processi Telematici penali urgenti al banco di prova
Processi telematici, il covid 19 accelera il ricorso ai servizi telematici per i processi, sperimentando in tutta Italia i processi in differita, soprattutto quelli urgenti.
Milano sarà la prima città a sperimentare in anteprima la celebrazione in videoconferenza dei processi penali urgenti grazie ad un Protocollo siglato il 14 marzo 2020 dall’Ordine degli Avvocati meneghini, la Camera penale, la Procura e il Tribunale. Si tratta del primo esperimento di giustizia penale telematica nell’era dell’emergenza sanitaria da Covid-19 che indubbiamente sta spingendo verso una risoluta digitalizzazione anche i settori e le professioni più tradizionali. Così, dal 17 marzo scorso, a Milano le direttissime e le convalide degli arresti si sono spostate su Skype for business o sulla piattaforma Microsoft Teams per limitare al minimo gli accessi alle aule di udienza. Avvocati, magistrati, forze dell’ordine sono perciò chiamati a tenere udienza davanti ad uno schermo e a scambiarsi virtualmente gli atti del processo.
Vediamo ora nel dettaglio come si svolgono i processi telematici penali in videoconferenza.
Gli agenti di polizia giudiziaria che hanno proceduto all’arresto trasmettono via mail al pubblico ministero di turno (P.M.) tutti gli atti che poi vengono inoltrati a mezzo pec o mail anche al difensore. Tutto il materiale viene poi caricato in formato Pdf su un portale dedicato, riservato agli atti urgenti. A questo punto, la cancelleria del P.M. forma un fascicolo digitale che comprende il verbale di arresto e gli atti scansionati. Il giudice si collega con le parti e concede un termine di un’ora – prorogabile – all’avvocato per leggersi il fascicolo digitale. Trascorso tale termine, può iniziare l’udienza di convalida dell’arresto o la direttissima.
Accertata la regolare costituzione delle parti, il giudice, con decreto motivato, dà atto che si procede con la partecipazione a distanza «per ragioni di sicurezza», da individuarsi nell’attuale emergenza sanitaria determinata dal Covid-19. Le postazioni telematiche sono allestite anche in carcere per l’imputato detenuto o, se l’imputato è agli arresti domiciliari, al Comando più vicino dove viene predisposta un’apposita postazione per celebrare l’udienza di convalida da remoto. Per garantire una connessione più stabile il giudice può autorizzare le parti a disattivare il video o il microfono; in tal modo verranno evitati i rumori di sottofondo e l’audio sarà migliore. Il collegamento da casa o dall’ufficio non esonera però l’avvocato dall’obbligo di indossare la toga.
Anche la giustizia penale, per quanto a causa di una seria emergenza sanitaria, viene così investita da quel processo di digitalizzazione che sinora aveva interessato soltanto i processi civili e amministrativi. Una svolta dettata dalla necessità ma che potrebbe costituire il punto di partenza per una rimeditazione in chiave telematica del processo penale da mettere in atto una volta tornati alla normalità. In altre parole, l’emergenza potrebbe costituire una buona occasione per accelerare la digitalizzazione del processo penale, semplificare le procedure e ridurre i tempi e i costi della giustizia italiana.
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