Lavoratori dipendenti e autonomi: quanto versano di Irpef?
- Cos’è l’IRPEF
- Chi sono i soggetti IRPF?
- Chi paga l’IRPEF: il datore di lavoro o il dipendente?
- Che cos’è l’IRPEF in busta paga?
- Come sono gli Scaglioni IRPEF per lavoratori dipendenti e autonomi?
- Come si calcola l’Imposta IRPEF?
- Personalizzare l’IRPEF in base alla propria situazione lavorativa e familiare
- Quando si paga l’IRPEF dipendenti?
- Quanto versano di Irpef le persone fisiche ogni anno?
- Quote prelevate dai lavoratori dipendenti e pensionati vs lavoratori autonomi
- Che regioni in Italia presentano più lavoratori attivi?
Cos’è l’IRPEF
L’IRPEF, acronimo di Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, è stata introdotta nel 1973 e le regole alla base di questa imposta sono racchiuse nel TUIR, il DPR del 22 dicembre 1986 n° 917, che disciplina anche le detrazioni e deduzioni spettanti alle persone fisiche assoggettate all’imposta.
L’IRPEF ha tre caratteristiche principali: un’imposta progressiva, personale e diretta, calcolata sui redditi da lavoro dipendente, assimilati e di impresa.
Chi sono i soggetti IRPF?
I soggetti passivi dell’imposta sono appunto le persone fisiche e ad oggi è dovuta da circa 40 milioni di contribuenti.
Sono chiamate a pagare l’IRPEF le persone che, risiedendo sul territorio italiano, possiedono beni durevoli e redditi prodotti in patria o all’estero, tutti coloro che pur non risultando residenti sul suolo italiano, producono redditi nella penisola e i cosiddetti soggetti passivi impropri, ossia le società di persone e le società di capitali i cui soci hanno adottato la “tassazione per trasparenza”.
Chi paga l’IRPEF: il datore di lavoro o il dipendente?
L’IRPEF è un’impostache si applica in diversi modi a seconda delle diverse tipologie di reddito e fattispecie: per comodità qui possiamo semplificare dicendo che nell’ambito dei rapporti di lavoro dipendente, è il datore di lavoro che si fa carico del pagamento dell’imposta, attuando unprelievo mensile in busta paga.
Più precisamente il datore di lavoro è altresì detto sostituto d’imposta che, nell’ ordinamento giuridico italiano, è un soggetto (pubblico o privato) che per legge sostituisce in tutto o in parte il contribuente (cioè il cd. sostituito, ovvero chi pone in essere il presupposto d’imposta) nei rapporti con la pubblica amministrazione finanziaria, trattenendo le imposte dovute dai compensi, salari, pensioni o altri redditi erogati e successivamente versandole allo Stato o a una pubblica amministrazione italiana.
Nel caso invece dei redditi di lavoro autonomo, che qui non vengono approfonditi, l’IRPEF è versata direttamente dal lavoratore che deve distinguere tra saldo IRPEF dell’anno e acconto IRPEF per l’anno successivo.
Che cos’è l’IRPEF in busta paga?
L’IRPEF in busta paga è una delle forme di tassazione più antiche del sistema contributivo italiano e va a tassare il reddito delle persone fisiche: chiunque abbia un reddito, dunque, sia come lavoratore dipendente che come autonomo, nonché i soci di impresa, è tenuto a pagare questa imposta. Vista la sua grande diffusione è importante capire bene cos’è l’IRPEF in busta paga, come funziona e il meccanismo delle aliquote.
Come detto in precedenza, l’IRPEF in busta paga è un tributo progressivo, ossia cresce all’aumentare del reddito del contribuente. Tanto più alto è il reddito percepito, maggiore sarà l’ammontare del tributo sul reddito delle persone fisiche. Al fine di calcolare l’IRPEF è necessario fare riferimento alle fasce di reddito e alle corrispondenti aliquote di prelievo. Quest’ultime altro non sono che delle percentuali che mutano in base a scaglioni di reddito stabiliti dallo Stato.
Come sono gli Scaglioni IRPEF per lavoratori dipendenti e autonomi?
La Legge di Bilancio 2022 ha portato da cinque a quattro le percentuali dell’imposta dovuta sulla base del reddito percepito, che dal 1° gennaio sono quindi così strutturate:
- aliquota IRPEF del 23% per i redditi da 0 a 15.000 euro (no tax area fino a 8.174 euro);
- aliquota IRPEF del 25% per i redditi da 15.001 a 28.000 euro;
- aliquota IRPEF del 35% per i redditi da 28.001 a 50.000 euro;
- aliquota IRPEF del 43% per i redditi oltre i 50.000 euro.
È su questi scaglioni e con queste aliquote che si provvede al calcolo dell’IRPEF in busta paga.
Come si calcola l’Imposta IRPEF?
Le aliquote IRPEF applicate ai diversi scaglioni di reddito contribuiscono alla progressività dell’imposta, il che significa che a partire dal secondo scaglione in poi, l’aliquota IRPEF si applica solo sulla quota di reddito che eccede l’importo dello scaglione precedente.
Un esempio pratico calcolo IRPF
Ad esempio, su un reddito imponibile di 25.000 euro, l’imposta lorda è uguale al 23% dei primi 15.000 euro (3.450) più il 25% per i restanti 10.000 euro (2.500 euro). L’imposta lorda dovuta sarà quindi pari a 5.950 euro.
Personalizzare l’IRPEF in base alla propria situazione lavorativa e familiare
Non sono solo aliquote e scaglioni di reddito a garantire la progressività dell’IRPEF. Al rispetto dei principi dettati dall’articolo 53 della Costituzione contribuiscono anche altri elementi, come le detrazioni, deduzioni e “no tax area”. Un insieme di regole che punta a personalizzare l’IRPEF in base alla propria situazione lavorativa e familiarema che a livello pratico comporta che anche in casi relativamente semplici non è facilissimo farsi un’idea dell’imposta dovuta mediante un semplice calcolo con carta e penna. Le detrazioni, variabili, riducono l’imposta calcolata in base alle aliquote.
Le detrazioni permettono di ridurre l’imposta lorda, determinando così quella netta. Vengono riconosciute anche per le spese sostenute dal contribuente, oppure sono legate alla sua condizione, come quella di lavoro dipendente, pensionato, persona che ha familiari a carico e così via.
Si ricorda infine che le novità previste dalla legge avrebbero dovuto essere state applicate da gennaio 2022, tuttavia l’Agenzia delle Entrate ha concesso ai sostituti d’imposta di adeguarsi alle modifiche normative entro aprile 2022. Tale decisione è stata presa anche in virtù del fatto che a marzo 2022 sono state adoperate delle modifiche all’articolo 12 del TUIR, con l’introduzione dell’Assegno unico al posto delle detrazioni per i figli a carico in busta paga.
Quando si paga l’IRPEF dipendenti?
Come precedentemente evidenziato, l’IRPEF è un’imposta che si applica in diversi modi a seconda delle diverse tipologie di reddito e fattispecie: per comodità qui possiamo semplificare dicendo che nell’ambito dei rapporti di lavoro dipendente si attua un prelievo con cadenza mensile in busta paga. Inoltre, tra marzo e giugno si procede con la liquidazione del saldo IRPEF, che può essere per il dipendente a credito o a debito, e infine si procede ulteriormente con il versamento dell’acconto IRPEF per l’anno successivo.
Nella fattispecie i sostituti d’imposta devono versare le ritenute entro il giorno 16 del mese successivo a quello del pagamento, il pagamento delle ritenute alla fonte il cui termine cade di sabato o di giorno festivo è considerato tempestivo se effettuato il primo giorno lavorativo successivo. Il sostituto d’imposta, ovvero il datore di lavoro, deve utilizzare il modello F24, esclusivamente in via telematica, ed essere titolare di partita Iva.
Quanto versano di Irpef le persone fisiche ogni anno?
Dalla dichiarazione dei redditi del 2016 risulta che l’Irpef, la principale imposta pagata dai contribuenti italiani allo Stato e versata solo dalle persone fisiche (lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi), è pari al 33% sul totale delle entrate tributarie.
Questo comporta che i soggetti appena elencati versano all’erario oltre 155 miliardi all’anno.
- I proprietari di partita Iva (artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, liberi professionisti, etc.), nonostante costituiscano solo l’11,4% del totale delle persone fisiche presenti in Italia (circa 4.660.000 unità), versano, ciascuno di essi, mediamente 4.700 euro di Irpef all’anno.
- Ai lavoratori dipendenti invece vengono prelevati dalla busta paga mediamente 4.000 euro e il fisco incassa da ogni pensionato poco più di 2.900 euro.
Questi dati sono stati elaborati dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2016.
Il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo dichiara: “Abbiamo ritenuto necessario puntualizzare questa questione per sconfessare una tesi sempre più diffusa secondo la quale le tasse in questo Paese vengono pagate principalmente da coloro che subiscono il prelievo alla fonte. Per carità, nessuno disconosce che tra il lavoro autonomo ci siano delle sacche di evasione o di sotto-dichiarazione che vanno assolutamente contrastate, ci mancherebbe. Questi dati, tuttavia, dimostrano inconfutabilmente che il popolo delle partite Iva dà un contributo significativo alle casse dell’erario ed è mediamente più tartassato degli altri contribuenti”.
Quote prelevate dai lavoratori dipendenti e pensionati vs lavoratori autonomi
Di seguito vi proponiamo una tabella che mette a confronto le quote prelevate dai lavoratori dipendenti e pensionati e quelle versate dai lavoratori autonomi.
TOTALE SOGGETTI | PERCENTUALE SUL TOTALE CONTRIBUENTI IRPEF | IMPORTO VERSATO IRPEF | PERCENTUALE SUL GETTITO TOTALE IRPEF | |
Lavoratori dipendenti e pensionati | 35.650.000 | 87,5% | 127 miliardi di euro all’anno | 81,9% |
Lavoratori autonomi | 4.660.000 circa | 11,4% | 22,5 miliardi di euro circa | 14,5% |
Che regioni in Italia presentano più lavoratori attivi?
A livello territoriale le regioni che presentano il più alto numero di lavoratori attivi sono:
- Lombardia: oltre 3.785.000 dipendenti, poco più di 839.000 partite Iva
- Lazio: poco più di 2 milioni, per quanto concerne il numero di lavoratori dipendenti
- Veneto: 1.892.768 lavoratori dipendenti e 463.300 lavoratori autonomi
- Emilia Romagna: 425.790 lavoratori autonomi
La Lombardia si conferma al primo posto anche sul fronte del gettito Irpef per regioni, versando, in termini assoluti, 35,1 miliardi di euro (pari ad una Irpef media di 6.085 euro). Seguono il Lazio con 17,7 miliardi (Irpef media di 6.058 euro) e l’Emilia Romagna con 14,1 miliardi (Irpef media di 5.245 euro).