Ictus: riconoscere i sintomi e agire tempestivamente
Ictus: riconoscere i sintomi e agire tempestivamente
“Era il 2009. Tornavo da una gita in montagna e all’improvviso mi è partito un formicolio al mignolo della mano sinistra. Poi mi si è bloccata la mano, poi il braccio e la gamba. Tutta la parte sinistra del mio corpo era paralizzata. Ho avuto un ictus. Al primo ospedale mi avevano detto che avevo una paresi da freddo, una cosa passeggera. Ma poi è arrivata la diagnosi, ed era già tardi”.
Questa è la testimonianza di Isabella, paziente con storia di ictus.
Ma non è l’unica:
“Sono un medico. Mi occupavo di chirurgia orale di precisione. L’ictus mi ha sradicato la vita. Una data impossibile da dimenticare, quel giugno 2014. È iniziato tutto con una forte emicrania che non passava nonostante gli antidolorifici, per diverse ore… non saprei dire quante. Un tempo dilatato. Ho chiamato il 118 e ancora non avevo capito, non sapevo niente. Per un po’ non ho realizzato cosa stesse succedendo”… Racconta Daniele (Oltre la Spasticità, 2024).
Queste storie rappresentano esempi di come l’ictus possa influenzare profondamente la vita di una persona e testimoniano l’importanza cruciale di un rapido riconoscimento dei suoi sintomi. Identificare tempestivamente l’insorgenza dell’ictus può essere decisivo nel trasformare il futuro di chi ne è colpito, limitando i danni neurologici permanenti e migliorando significativamente la qualità della vita post-ictus.
Cos’è l’ictus? Definizione e caratteristiche
L’ictus, termine che deriva dal latino, significa letteralmente “colpo” (Treccani, 2024).
Infatti, si manifesta improvvisamente: una persona in apparente stato di benessere può sviluppare sintomi tipici, che talvolta si presentano in forma transitoria, ma possono rimanere stabili o peggiorare nel corso delle ore successive (Ministero della salute, 2024).
L’ictus è una patologia cerebrovascolare causata dall’interruzione del flusso sanguigno al cervello, provocata dall’ostruzione o dalla rottura di un’arteria. I neuroni, privati di ossigeno e nutrienti, iniziano a morire in pochi minuti. Di conseguenza, si perdono le funzioni neurologiche controllate dall’area cerebrale interessata, come il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito, l’equilibrio e altre capacità essenziali.
Allo stesso modo di un infarto, l’ictus può colpire inaspettatamente, spesso senza preavviso e senza dolore. La caratteristica principale del disturbo è, dunque, la sua improvvisa insorgenza. In alcuni casi, l’ictus può essere preceduto da sintomi premonitori, come una cefalea intensa e improvvisa, anche se questi segnali non sono sempre specifici. (A.L.I.Ce. Associazione per la lotta all’ictus cerebrale, 2024).
In medicina, l’ictus viene definito come una “sindrome clinica” caratterizzata dall’insorgenza improvvisa di un deficit neurologico focale, più raramente globale, che persiste per oltre 24 ore o conduce alla morte. Questo evento è causato dall’ostruzione (ictus ischemico) o dalla rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale.
Il limite temporale di 24 ore è considerato arbitrario: secondo alcune definizioni, infatti, la diagnosi di ictus dovrebbe basarsi sui risultati di neuroimaging, come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM). Se queste mostrano un’area lesionata, si può porre diagnosi di ictus anche quando i sintomi durano meno di 24 ore” (Sin-Società di Neurologia Italiana, 2024).
Esistono, quindi, due tipi principali di ictus.
Vediamo insieme le principali differenze:
- Ictus ischemico: il più comune, in quanto circa l’80% di tutti gli ictus è ischemico. È causato da un coagulo che blocca un’arteria nel cervello (ischemia cerebrale). Si verifica, infatti quando un’arteria che irrora l’encefalo viene ostruita dalla formazione di una placca aterosclerotica e/o da un coagulo di sangue che si forma sopra la placca stessa (ictus trombotico) oppure da un coagulo di sangue che proviene dal cuore o da un altro distretto vascolare (ictus trombo-embolico);
- Ictus emorragico: meno comune, è provocato dalla rottura di un vaso sanguigno nel cervello. Accade quando un’arteria situata nell’encefalo si rompe, provocando così un’emorragia intracerebrale non traumatica, che rappresenta il 15-20% di tutti i casi di ictus. Un’altra variante è l’emorragia nello spazio subaracnoideo, la cavità tra le membrane che proteggono il cervello, e costituisce il 3-5% degli ictus. La causa principale di questa forma particolarmente grave di ictus è quasi sempre l’ipertensione.
Bisogna citare anche l’attacco ischemico transitorio o TIA (Transient Ischemic Attack), il cosiddetto “mini stroke”, che rappresenta un segnale d’allarme di un possibile ictus futuro. Si stima, infatti, che circa un terzo delle persone che presenta un TIA, andrà incontro ad un ictus vero e proprio. Il mini stroke è differente dall’ictus ischemico per la minore durata dei sintomi, che risulta inferiore alle 24 ore (anche se nella maggior parte dei casi il TIA dura pochi minuti, dai 5 ai 30 minuti) (Ministero della salute, 2024).
Epidemiologia: l’ictus in numeri
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’ictus è la principale causa di disabilità e la seconda causa di morte in tutto il mondo. Il rischio di sviluppare la patologia nel corso della vita è aumentato del 50% negli ultimi 17 anni e ora si stima che 1 persona su 4 abbia un ictus nel corso della vita (World Health Organization, 2022).
I dati del Global Stroke Fact Sheet 2022 pubblicati dalla World Stroke Organization (WSO), sono allarmanti: nel mondo, si verificano 12,2 milioni di nuovi casi di ictus ogni anno. Uno ogni 3 secondi (Global Stroke Factsheet, 2022). In totale sono 6,55 milioni i decessi causati dall’ictus stimato a livello globale solo nel 2019. L’equivalente di 84 persone scomparse ogni anno in una città con 100.000 persone.
Secondo i dati estrapolati dalla quinta edizione dello European Cardiovascular Disease Statistics, l’ictus sarebbe la seconda causa di morte in Europa, con 405.000 decessi negli uomini e 583.000 nelle donne (Ministero della Salute, 2024).
Per quanto riguarda l’Italia, anche qui la patologia viene considerata la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore. Sarebbe, infatti, la responsabile del 9-10% di tutti i decessi che si verificano nel paese e rappresenta la prima causa di invalidità.
Ogni anno si registrano nel nostro Paese circa 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza (Ministero della Salute, 2024).
Tutti i fattori di rischio dell’ictus
Esistono molti fattori di rischio per l’ictus, alcuni modificabili, ad esempio l’ipertensione, il diabete, il colesterolo alto, l’abitudine al fumo, l’obesità, la sedentarietà, una cattiva alimentazione o il consumo eccessivo di alcol e altri non modificabili, come l’età, il sesso, la storia familiare e l’etnia.
Il National Heart, Lung and Blood Institute (NHI), afferma che quelli sotto il nostro controllo sono i responsabili dell’82% – 90% di tutti gli ictus; pertanto, è fondamentale gestirli per prevenire l’insorgenza della patologia. Secondo gli esperti dell’istituto di ricerca, “gli ictus ischemici ed emorragici condividono molti degli stessi fattori di rischio, come pressione alta, diabete e colesterolo alto nel sangue. Altri rischi sono invece specifici. I coaguli di sangue possono formarsi a causa di malattie coronariche, fibrillazione atriale, malattie delle valvole cardiache e malattie delle arterie carotidi. Il sanguinamento può verificarsi dopo l’assunzione di anticoagulanti”.
Il rischio di ictus, inoltre, è influenzato da diversi fattori legati allo stile di vita, alla genetica e all’ambiente.
Ansia, depressione, stress prolungato, lunghe ore di lavoro e isolamento sociale aumentano il rischio, così come l’età avanzata e la storia familiare di ictus, con alcune predisposizioni genetiche, come il gruppo sanguigno AB. Anche vivere in aree inquinate può contribuire al rischio.
Condizioni mediche come apnea notturna, malattie renali ed emicranie, insieme a cattive abitudini come abuso di alcol, sonnolenza diurna eccessiva e uso di droghe, peggiorano la situazione.
L’etnia e il sesso giocano un ruolo importante: negli Stati Uniti, alcune minoranze etniche sono più vulnerabili e, sebbene gli uomini giovani siano più a rischio, le donne lo diventano nel corso della vita, soprattutto con l’uso di contraccettivi ormonali, terapie ormonali, o durante la gravidanza con condizioni come preeclampsia.
Infine, malattie autoimmuni come lupus e artrite reumatoide aumentano le probabilità di insorgenza a causa delle infiammazioni che provocano (National Heart, Lung and Blood Institute (NHI), 2023).
Segni e sintomi dell’ictus visti da vicino
“Intorpidimento o debolezza del viso, braccio o gamba, specialmente su un lato del corpo; confusione, difficoltà a parlare o a comprendere il linguaggio; difficoltà a vedere da uno o entrambi gli occhi; difficoltà a camminare, vertigini, perdita di equilibrio o coordinazione; forte mal di testa senza una causa apparente”.
Sono tutti segni e sintomi che appaiono all’improvviso e che sono sinonimo di ictus, secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) (Centers for Disease Control and Prevention , CDC, 2024).
I disturbi iniziano all’improvviso e dipendono dalla porzione di cervello colpita e dall’entità del danno subito. Anche l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) condivide che le principali manifestazione della patologia risiedano nel viso, nelle braccia e nel linguaggio (ISS, 2018).
FAST – Face, Arms, Speech, Time: acronimo prezioso
L’acronimo FAST (Face, Arms, Speech, Time) consente di ricordare alcuni semplici test da fare quando si sospetta che una persona sia stata colpita da un ictus.
Secondo la Cincinnati Prehospital Stroke Scale, bisogna seguire questi 4 punti:
- F (come Face: Faccia): chiedere alla persona di sorridere e osservare se un angolo della bocca non si solleva o “cade” e la bocca appare “storta”;
- A (come Arms: braccia): domandare di alzare entrambe le braccia e osservare se presenta difficoltà/incapacità a sollevare un braccio o a mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro;
- S (come Speech: linguaggio): invitare a ripetere una frase semplice e valutare se il suo modo di parlare risulti strano (parole senza senso) o biascicato;
- T (come Time: Tempo): se è presente uno qualunque di questi segni, bisogna chiamare immediatamente il 112/118.
Durante un ictus, ogni minuto è prezioso: un trattamento tempestivo può ridurre i danni cerebrali che il “colpo” può causare.
Con questi semplici step potresti salvare qualcuno!
(Ministero della salute, 2021)
Ictus e prevenzione a 360°
La prevenzione rappresenta l’arma più efficace per ridurre i casi di ictus e di altre malattie cardio-cerebrovascolari.
Secondo gli studiosi di Harvard, gioca un ruolo cruciale.
Un articolo pubblicato dalla Harvard Medical School nel 2022 intitolato “7 things you can do to prevent a stroke” elenca 7 azioni che possono prevenire l’evento:
- Monitorare la pressione del sangue e mantenere la pressione arteriosa al di sotto di 120/80 o non superiore a 140/90.
- Perdere peso, raggiungendo un indice di massa corporea (BMI, body mass index) di 25 o meno.
- Svolgere attività fisica di moderata intensità, almeno 5 giorni a settimana
- Evitare l’alcol
- Trattare la fibrillazione atriale, nel caso in cui si soffra di battito cardiaco irregolare
- Controllare il diabete, in quanto elevati livelli di zucchero nel sangue possono danneggiare i vasi sanguigni nel tempo, aumentando la probabilità di formazione di coaguli al loro interno.
- Smettere di fumare
Infine, la Società Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa, conferma che per prevenire l’ictus, è essenziale mantenere uno stile di vita sano che includa una dieta equilibrata, attività fisica regolare, l’abbandono del fumo e controlli medici costanti. Il monitoraggio della pressione arteriosa e la diagnosi precoce di aritmie come la fibrillazione atriale sono cruciali, poiché quest’ultima è una causa comune di ictus, spesso asintomatica.
Le terapie per l’ipertensione, raccomandate dall’OMS, riducono il rischio di attacco migliorando la salute cardiovascolare e renale. Una dieta ricca di grassi vegetali, come l’olio d’oliva, e l’esercizio fisico contribuiscono a ridurre i livelli di colesterolo e a migliorare la salute del cuore. Infine, smettere di fumare migliora il flusso sanguigno al cervello, riducendo significativamente il rischio di ictus.
(Società Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa (SIIA), 2024)
Alla luce di quanto premesso è chiaro che l’ictus rappresenta una delle principali cause di disabilità e mortalità a livello globale. Con la sua insorgenza improvvisa e i gravi danni che può causare, il riconoscimento tempestivo dei sintomi e la prevenzione sono fondamentali per ridurne l’impatto.
Per migliorare la conoscenza pubblica sull’ictus, promuovere la prevenzione e garantire una risposta rapida e adeguata nei casi di emergenza, il 29 Ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’ictus (World Stroke Day).
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Dott.ssa Ilenia Di Martino
Biologa e Comunicatrice Scientifica
Fonti
- Oltre la Spasticità, 2024
- Treccani, 2024
- Ministero della salute, 2024
- A.L.I.Ce. Associazione per la lotta all’ictus cerebrale, 2024
- Sin-Società di Neurologia Italiana, 2024
- National Heart, Lung and Blood Institute (NHI), 2023
- Centers for Disease Control and Prevention , CDC, 2024
- ISS, 2018
- Harvard Health Publishing, 2022
- Società Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa (SIIA), 2024