Come prevenire e affrontare i disturbi alimentari
Oggi, 15 marzo, si celebra la “Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare”. Un evento diretto a disagi come anoressia nervosa, bulimia e binge eating. Delicati problemi di sanità pubblica riguardante adulti e giovani, uomini e donne. In molti casi, purtroppo, anche bambini.
In Italia, tale giornata è stata promossa per la prima volta dall’associazione “Mi Nutro di Vita”, nata grazie al presidente Stefano Tavilla, in memoria della figlia Giulia, affetta da bulimia nervosa e venuta a mancare il 15 marzo 2011
Secondo i dati SISDCA – Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, nel 2021/22 erano circa 3 milioni e mezzo gli italiani colpiti da disturbi alimentari (DCA).
Numerosi sono stati gli interventi attuati dal Ministero della Salute nel corso degli ultimi anni, e noi, come ente di formazione, vogliamo dare il nostro contributo alla prevenzione di questi disagi sociali, in modo da affrontarli in maniera coesa ed efficace.
“Prevenire è meglio che curare.
Tutti sanno che è più necessaria la prevenzione della cura,
ma pochi premiano gli atti di prevenzione”
(Nassim Nicholas Taleb)
È in virtù di questa massima che, nei prossimi paragrafi, andremo alla scoperta dei disturbi alimentari più frequenti. Vedremo i loro nomi, le differenze, parleremo dell’importanza dei corsi per lo studio dei disturbi alimentari ed elencheremo anche tutti quei supporti (statali e non) che è possibile sfruttare per sconfiggere i DCA.
Disturbi alimentari: scopriamo i disturbi alimentari più diffusi
I DCA rappresentano una serie di condizioni psicologiche complesse, caratterizzate da un rapporto disfunzionale con il cibo, il peso corporeo e l’immagine del proprio corpo. Riconoscere e affrontare i disturbi alimentari in modo tempestivo è essenziale per prevenire complicazioni gravi.
Grazie alla sensibilizzazione, all’educazione e all’accesso a cure, è possibile migliorare la vita delle persone colpite da questi disturbi!
Cominciamo a prendere coscienza delle problematiche trattate e vediamole da vicino:
- Anoressia nervosa: qui si denota un’eccessiva preoccupazione per il peso corporeo, paura di ingrassare e una restrizione estrema dell’apporto calorico. Il risultato, quindi, è un notevole calo di peso. Le persone affette da anoressia spesso sviluppano un’immagine distorta del proprio corpo e tendono a negare la gravità della loro situazione;
- Bulimia nervosa: qui prevalgono episodi ricorrenti di abbuffate incontrollate seguiti da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o un eccessivo esercizio fisico. Rispetto all’anoressia è più difficile da vedere ad “occhio nudo”, in quanto le persone che soffrono di bulimia possono mantenere un peso corporeo relativamente normale;
- Disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder – BED): abbuffate frequenti senza comportamenti compensatori. Chi soffre di BED mangia grandi quantità di cibo in poco tempo, senza provare un senso di controllo durante l’episodio. Questo disturbo può essere visibilmente riconoscibile in quanto porta a un aumento di peso significativo e a gravi problemi di salute.
Vi sono poi dei disturbi meno conosciuti, come l’ortoressia, ovvero l’ossessione per il cibo considerato sano e il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di alimenti, conosciuto come ARFID, caratterizzato da una dieta estremamente limitata e solitamente collegato a problemi alimentari nella prima infanzia.
Tanto diverse ma anche molto simili, le patologie DCA, arrivano spesso in maniera improvvisa, quasi silenziosa.
Vi è un metodo d’esame usato in tutto il mondo che aiuta a misurare i sintomi e le caratteristiche dei disturbi dell’alimentazione in tutto il mondo. Il suo nome è Eating Attitude Test (EAT-26) ed è il test scelto dall’amministrazione Clinton per il National Eating Disorders Screening Program del 1998.
DCA: conoscere le cause per evitare il problema
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) costituiscono una sfida complessa con impatti devastanti sul corpo e sulla mente. Per affrontare efficacemente questa problematica, è essenziale sapere che le radici dei disturbi alimentari sono profonde e intrecciano diversi fattori che agiscono in maniera sinergica.
Tra le radici troviamo i fattori genetici, che possono predisporre alcune persone a sviluppare DCA. Non da meno i fattori biologici: alterazioni neurobiologiche, disfunzioni ormonali e squilibri chimici nel cervello, possono influenzare la regolazione dell’appetito, la percezione del cibo e le risposte al digiuno o all’abbuffata, contribuendo così alla comparsa dei disturbi alimentari.
Incisivi anche i fattori psicologici, come bassa autostima, ansia, depressione e perfezionismo eccessivo. Queste inclinazioni possono creare un terreno fertile per lo sviluppo di disturbi alimentari, che fungono a loro volta da meccanismo di coping per affrontare emozioni negative o situazioni stressanti, offrendo una falsa sensazione di controllo o conforto.
Devono essere considerati anche i fattori sociali e culturali, specialmente in una società come quella attuale in cui l’idealizzazione della magrezza viene promossa costantemente su riviste, social network, cinema e TV. Infine, sono cruciali le esperienze traumatiche, gli abusi e le pressioni familiari. Il senso di umiliazione, di rifiuto o l’abbandono, possono essere le scintille che innescano il disturbo alimentare.
Riguardo a questi fattori, quindi, è possibile dividere le cause tra quelle sulle quali è possibile intervenire e quelle alle quali, almeno per il momento, non è ancora possibile trovare una soluzione. È possibile influire e modificare le pressioni socioculturali, che ad esempio possono indurre le persone più sensibili a dei comportamenti alimentari sbagliati, ma non è possibile intervenire su fattori genetici, fattori di personalità o fattori familiari.
Prevenire i DCA: l’importanza dei red flag
Conosciuti come “red flag”, i segnali d’allarme dei DCA permettono di rilevare in tempo i disturbi alimentari (in corso o in fase iniziale).
I corsi di formazione che aiutano il personale sanitario ad affrontare al meglio i DCA dei propri pazienti, infatti, portano i corsisti a notare in tempo condotte sbagliate come:
- Evitare le attività sociali abituali
- Praticare un esercizio fisico eccessivo
- Essere iper attenti alla salute alimentare
- Allontanarsi durante i pasti per andare in bagno
- Saltare i pasti o inventare scuse per evitare di mangiare
- Preparare i pasti da soli anziché condividere quelli della famiglia
- Consumare ripetutamente grandi quantità di dolci o cibi grassi
- Seguire una dieta vegetariana estremamente restrittiva (ortoressia)
- La presenza di calli sulle nocche, dato dal provocare il vomito volontariamente
- Riscontrare problemi di smalto sui denti, segno di vomito frequente
- Consumare quantità di cibo che superano la norma di un singolo pasto
- Mangiare in segreto, soprattutto senza il controllo attento di amici e/o parenti
- Utilizzare integratori alimentari, lassativi o prodotti a base di erbe per perdere peso velocemente
- Controllare frequentemente lo specchio per individuare difetti fisici (body checking)
- Essere costantemente preoccupati o lamentarsi del proprio peso e parlare di dimagrimento
- Manifestare sentimenti di depressione, disgusto, vergogna o colpa legati alle abitudini alimentari
Prevenzione dei DCA: piattaforme, associazioni e corsi
Quando si parla di prevenzione dei DCA non si può non fare riferimento alle attività del Ministero della Salute, che ha redatto documenti in materia fortemente richiesti sia dalle Associazioni dei familiari che dagli Operatori sanitari, aventi il compito di fornire degli aiuti pratici per la gestione dei malati.
Un valido esempio è la “Mappa dei Servizi e delle Associazioni dedicati alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, disponibile su una piattaforma interattiva e in costante aggiornamento, in cui sono censiti tutti i centri dedicati alla cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Nel 2023 la mappatura dei centri di cura contava 126 strutture, 112 del Servizio Sanitario Nazionale e 14 del privato accreditato. 63 centri al nord, 23 al centro Italia e 40 tra sud e isole. Al servizio degli italiani, nei centri, vi erano 1491 professionisti, suddivisi in psicologi (25%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (18%), infermieri (15%) e dietisti (12%).
A completare il team anche educatori professionali, medici specialisti in nutrizione clinica e scienza dell’alimentazione, medici di area internistica e pediatri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali e fisioterapisti/operatori della riabilitazione motoria.
Molti professionisti che si occupano della cura dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, inoltre, stanno provvedendo ad acquisire sempre più informazioni sull’argomento, arricchendo le proprie competenze tramite corsi specifici o specialistici. Ed è a quest’ultimi che dedicheremo il prossimo paragrafo.
Corsi Beta Imprese per la prevenzione e la gestione dei DCA
Ogni corso che offriamo, in qualsiasi ambito, ha come obiettivo il miglioramento della società. In occasione di una giornata così speciale come quella di oggi, non possiamo non parlare dei corsi diretti alla prevenzione e alla gestione di disturbi alimentari.
Ecco alcuni percorsi di formazione offerti da Beta Imprese che affrontano da vicino l’argomento:
- Alimentazione e benessere psicologico: la formazione mira ad esplorare sia gli aspetti fisici che psicologici del comportamento alimentare. Particolare enfasi viene posta sul coinvolgimento personale e sociale di tali disturbi, con l’intento di promuovere una maggiore consapevolezza sull’alimentazione e sulla salute tra gli individui;
- Principi per una sana alimentazione: vengono analizzati i principi base della nutrizione e offerti spunti per seguire una dieta sana. Vengono spiegati i meccanismi e i concetti base della nutrizione base. Vi è anche la possibilità di approfondire l’argomento con un corso che sposta il focus sull’utilizzo degli integratori e le loro reazioni avverse;
- Prevenzione dei DCA – Genitori, infanzia e adolescenza: attraverso una sensibilizzazione di educatori, genitori e parenti, si promuove la prevenzione precoce di tali problematiche. Si forniscono strumenti per riconoscere i comportamenti a rischio e intervenire in modo adeguato. Inoltre, si sviluppano programmi di educazione nutrizionale per l’età scolare, trasmettendo un messaggio positivo sul cibo come fonte di energia, benessere e amore per il proprio corpo, integrando l’aspetto emotivo nell’educazione alimentare;
- Prevenzione dei DCA fin dall’infanzia: rispetto al corso precedente, questa formazione ci parla di regolazione dell’appetito, preferenze alimentari dopo lo svezzamento, sindrome picky-fussy, disturbo evitante-restrittivo (con approfondimento sull’autismo) e dei primi disagi infantili legati all’immagine corporea.
Tutti questi corsi vengono erogati virtualmente, così da permettere a un’ampia gamma di partecipanti di accedere facilmente alla formazione. Attraverso un approccio completo e mirato, Beta Imprese si impegna a promuovere una cultura dell’alimentazione sana e la prevenzione dei disturbi alimentari in diversi contesti, dalla vita quotidiana alle fasi cruciali dello sviluppo come l’infanzia e l’adolescenza.
La flessibilità dell’offerta online consente di raggiungere un pubblico più vasto, contribuendo così a diffondere conoscenze e a fornire strumenti pratici anche a quei lavoratori che per motivi logistici, di disponibilità o di orario, non possono partecipare a lezioni in aula.
Quanto è importante la formazione del personale sanitario nel trattamento dei DCA?
Un medico, un educatore, un OSS o qualsiasi altra figura professionale che decide di lottare contro la diffusione dei DCA, ha il compito non solo di conoscere bene i disturbi da trattare secondo la propria specializzazione, ma anche di rimanere aggiornato circa l’evoluzione dei disturbi, le migliori tecniche di comunicazione con i malati e le tattiche preventive.
Ecco perché, molti corsi (a prescindere dal professionista a cui si rivolgono), contengono al loro interno nozioni di psicologia, nutrizione e riconoscimento dei sintomi.
In conclusione, quindi, è possibile dire che la tempestività di diagnosi e intervento sui disturbi alimentari è cruciale per evitare danni fisici permanenti ai pazienti e, nei casi più gravi, scongiurare decessi. Un approccio precoce, ben strutturato e multidisciplinare verso i disturbi alimentari è l’unica soluzione per arginare questa ferita sociale sempre più diffusa.