SMART WORKING in Italia: tra ritardi e opportunità

La tradizionale idea di lavoro che ci viene dalle precedenti generazioni è un’idea che potremmo sintetizzare in uno schema lineare di questo tipo: sveglia, colazione e minuti contati per raggiungere un ufficio nel quale passare gran parte della propria giornata. Le innovazioni tecnologiche degli ultimi dieci anni hanno in parte sovvertito questa routine quotidiana per molti lavoratori. Prima i laptop, poi, soprattutto, tablet e smartphone, hanno infatti consentito a tanti di lavorare senza raggiungere fisicamente la propria scrivania. Questo tipo di approccio, definito “smart working”, sta spopolando nel mondo per una serie di motivi: innanzitutto la libertà del lavoratore, che può gestire il proprio tempo in maniera ottimale, lavorando ovunque e a qualunque ora si desideri; c’è poi una certa convenienza economica, infatti le aziende possono evitare di installare postazioni, di prevedere mense aziendali e fornire buoni pasti (a questo va aggiunto il risparmio da parte dei lavoratori per i costi di trasporti per raggiungere il posto di lavoro).

 

La realtà dello smart working è ormai solida in molti paesi europei. Numeri davvero importanti, però, sono quelli che vengono dagli Stati Uniti, dove tra il 2007 e il 2014 si è avuta una crescita del 78% del fenomeno. Anche in Giappone si stanno attrezzando la gran parte delle aziende, proprio per ridurre gli spazi di lavoro. E in Italia? Siamo ancora lontani anche dalla media europea, infatti il lavoro a distanza riguarda solo il 2% dei lavoratori italiani, dato che ci colloca all’ultimo posto nella UE.  

SmArt and Coop: al via il bando

La Fondazione CR Firenze e la Legacoop Toscana hanno presentato nei giorni scorsi un bando destinato a nuove imprese cooperative operanti nei settori del turismo e della cultura, aventi una compagine sociale formata da soggetti under 40. La mission del bando è quella di favorire un nuovo  tipo di turismo, più rispettoso dei valori e delle identità territoriali, un turismo attento alla sostenibilità ambientale e al coinvolgimento attivo delle comunità locali.

I due enti hanno messo a disposizione dei soggetti interessati un’apposita area del sito smartandcoop.it sulla quale, fino al 16 giugno 2017, si potranno inviare i progetti. Nello stesso sito è possibile rinvenire tutte le informazioni per partecipare. Preannunciamo che per poter accedere al bando bisogna essere un team di minimo 3 e massimo 5 soggetti al di sotto dei quaranta anni e residenti in Toscana.

Entro il 14 luglio saranno selezionate le idee più meritevoli e che avranno a disposizione uno spazio di co-working presso Impact Hub Firenze e una borsa di studio individuale del valore di 3mila euro. Al termine del percorso, il progetto ritenuto migliore dalla commissione sarà il destinatario di un contributo pari a 10mila euro a fondo perduto, per l’avvio della cooperativa.

Premio Marzotto 300.000 euro alla migliore Start-Up

Il termine per presentare la propria candidatura per la settima edizione del Premio Gaetano Marzotto scade il 12 giugno 2017. Il concorso rivolto alle PMI innovative e alle giovani start-up ha un montepremi di oltre 2 milioni e 500 mila euro, destinato a nuovi imprenditori che siano in grado di far convivere innovazione, impresa e società, creando una sinergia concreta tra il mondo dell’innovazione e quello dell’industria italiani, con un orizzonte internazionale. Un percorso volto a sostenere le PMI innovative e le start up in fase seed in uno spirito di condivisione tra grandi aziende e giovani imprese innovative. 

Il bando Premio per l’impresa, rivolto a società costituite con un fatturato di almeno 100mila euro, prevede un premio pari a 300mila euro, mentre il bando Premio dall’idea all’impresa, rivolto a startup con team dall’età media inferiore a 35 anni, prevede una somma di euro 50mila. Una bella occasione, visto anche che la partecipazione al Premio è gratuita e possono partecipare persone fisiche, team di progetto, startup e imprese già costituite, che abbiano una nuova idea imprenditoriale, in grado di generare una ricaduta economica e un impatto sociale positivo principalmente sul territorio italiano, con sede e base di sviluppo in Italia, ma capacità di crescita internazionale. 

Superammortamenti nel modello Redditi 2017

In Redditi 2017, dopo l’assaggio in Unico 2016 (limitato agli acquisti di beni materiali strumentali effettuati nel periodo dal 15 ottobre al 31 dicembre 2015), entra a regime la maggiorazione del 40% degli ammortamenti e canoni di leasing per nuovi investimenti nei modelli dichiarativi per la generalità delle imprese.

La maggiorazione si applica all’acquisto di beni: materiali, strumentali e nuovi. Su questo c’è da prestare un minimo di attenzione, poiché il requisito della materialità esclude di fatto dal bonus i beni immateriali e il requisito della strumentalità esclude dall’agevolazione i beni merce, quelli cioè non soggetti ad ammortamento. C’è da precisare, però, che il bonus spetterà anche per i veicoli non strumentali, ma non per fabbricati e costruzioni, beni hanno coefficienti di ammortamento tabellare inferiori al 6,5% e le tipologie di beni indicati nell’allegato alla legge 208/2015.

Importante è anche il requisito della novità. Il bene, per usufruire dei cosiddetti superammortamenti, infatti, deve essere acquistato dal produttore o dal rivenditore oppure da un soggetto diverso a patto che esso non sia già stat utilizzato da parte del cedente o di altro soggetto.

Per quanto riguarda i contratti di locazione finanziaria, l’agevolazione spetta all’utilizzatore e riguarda esclusivamente le quote capitale dei canoni. Resta dunque fuori dal calcolo del beneficio la quota interesse. Per i contratti di locazione operativa o noleggio, invece, l’agevolazione spetta al locatore – proprietario –  in relazione alle quote di ammortamento del bene.

Start Up: semplificazioni in arrivo

A partire dal 22 giugno gli atti costitutivi delle Start-up innovative si potranno modificare con una procedura online con firma digitale. È questa la novità del decreto del 4 maggio 2017 del direttore generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica, in attuazione al decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 28 ottobre 2016. Sono state quindi approvate le specifiche tecniche per la redazione informatica dell’atto di modifica dell’atto costitutivo e del relativo statuto.

Peraltro, sempre a partire dal 22 giugno e in virtù del medesimo decreto, al fine di favorire l’avvio di attività imprenditoriali e con l’obiettivo di garantire una più chiara ed uniforme applicazione delle disposizioni in materia di start-up innovative e di incubatori certificati, anche la costituzione delle nuove start-up potrà avvenire tramite la redazione di un atto sottoscritto con firma digitale.

Per usufruire di questa semplificazione, gli atti dovranno essere redatti in osservanza del modello uniforme adottato dal MISE e trasmessi al competente ufficio del registro delle imprese. Tale modello è indispensabile ai fini dell’iscrizione nella sezione speciale relativa alle start-up innovative del registro imprese a cui è riservata una normativa di vantaggio sotto vari aspetti (fiscale, societario, gestionale, finanziario, ecc.).

Emilia Romagna – nuovo bando per le Start up

A partire dalle ore 10 del 10 maggio e fino alle ore 17 del 30 novembre 2017 sarà possibile presentare le domande per partecipare al nuovo bando per l’avvio e il consolidamento delle start up innovative ad alta densità di conoscenza, approvato dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, con delibera numero 451 del 10 aprile 2017.

Al bando, che ha l’obiettivo di favorire la nascita e la crescita di start up in grado di generare nuove nicchie di mercato attraverso nuovi prodotti, sistemi di produzione e servizi, si rivolge alle piccole e micro imprese, regolarmente costituite come società di capitali (quindi spa, srl, srl uninominali, consorzi, società consortili e cooperative). La dotazione finanziaria pari a 4mln e 500 mila di euro consentirà una ampia partecipazione per tutte le società operanti nella Regione.

Gli interventi ammessi dal bando sono stati divisi in due tipologie (A e B). Per la tipologia A, riservata a quelle società costituite successivamente al 1° gennaio 2014 è previsto il finanziamento relativo alle seguenti spese: macchinari, attrezzature, impianti, hardware e software, arredi strettamente funzionali; affitto e noleggio laboratori e attrezzature scientifiche (massimo 20% del costo totale del progetto); acquisto e brevetti, licenze e/o software da fonti esterne; spese di costituzione (max 2.000 euro); spese promozionali anche per partecipazione a fiere ed eventi (massimo 25.000,00 €); consulenze esterne specialistiche non relative all’ordinaria amministrazione.

Per la tipologia B, riservata alle società costituite dopo il 1° aprile 2012, sono ammessi costi riguardanti: acquisizione sedi produttive, logistiche, commerciali; le imprese con sede legale esterna alla Regione Emilia-Romagna potranno acquistare solo sedi produttive nel territorio regionale (max 50% costo); macchinari, attrezzature, impianti, hardware e software, arredi strettamente funzionali; spese di affitto e noleggio laboratori e attrezzature scientifiche (massimo 20% del costo totale del progetto); acquisto e brevetti, licenze e/o software da fonti esterne; spese promozionali anche per partecipazione a fiere ed eventi (massimo 10% del costo totale del progetto); consulenze esterne specialistiche non relative all’ordinaria amministrazione.

La presentazione delle domande dovrà avvenire esclusivamente online. Per questo il sito della Regione Emilia Romagna, prima dell’apertura del bando, metterà a disposizione degli utenti un applicativo, denominato Sfinge 2020, per l’inoltro della documentazione.

La scissione atipica delle società

La massima numero 28 del Comitato regionale dei notai della Campania, interpretando con flessibilità il disposto dell’articolo 2506 del codice civile, in tema di scissione asimmetrica, afferma che “è legittima la scissione con la quale si costituiscano tante società unipersonali quanti sono i soci della società scissa, aventi ciascuna come socio uno dei soci della società scissa, i quali rimangono soci anche della società scissa con le medesime quote di partecipazione che essi avevano prima della scissione; ognuna delle società beneficiarie, rispetto alle altre, deve essere – però – dotata in sede di scissione di un patrimonio proporzionale alla quota di cui il loro unico socio è titolare nella società scissa”.

Si è cercato, dunque, di superare la lettura restrittiva dell’articolo 2506 del codice civile, finora spesso accettata dai notai, per la quale dovrebbe escludersi che la scissione asimmetrica possa attuarsi con l’attribuzione ai singoli soci della società scissa dell’intero capitale di ognuna delle società beneficiarie, senza che, in maniera contestuale, gli altri ricevano una relativa attribuzione di quote nella società scissa. Oggi, con la massima del Comitato regionale dei notai della Campania, si chiarisce che se il patrimonio attribuito a ciascuna società beneficiaria sia proporzionale alle quote dei soci nella società scissa e le quote di partecipazione dei soci alla società scisse rimangano immutate, allora non dovrebbe esserci alcun problema nel considerare legittima questa particolare scissione asimmetrica.

INVITALIA: altri 100 milioni a tasso zero

La misura “nuove imprese a tasso zero” rivolta alle micro e piccole imprese promosse da una maggioranza di giovani e donne avrà un ulteriore finanziamento di 100 milioni di euro. Lo strumento gestito da INVITALIA ha raggiunto così la somma di 150 milioni di euro su tutto il territorio nazionale. Questo rifinanziamento è stato possibile grazie a risorse liberate dal PON sviluppo imprenditoriale locale 2000-2006. Pertanto INVITALIA continuerà a valutare le domande di finanziamento che le perverranno in ordine cronologico, così da rispettare i tempi di istruttoria che sono previsti per legge.

Per presentare una domanda di finanziamento è necessario registrarsi ai servizi online di INVITALIA ed accedere al sito riservato per compilare direttamente online la domanda, caricare il business plan e tutta la documentazione prevista. È importante sapere che per completare tutto l’iter di presentazione occorre essere in possesso di un dispositivo per la firma digitale e un indirizzo di posta elettronica certificata.

I soggetti che saranno ammessi al programma di finanziamento dovranno utilizzare conti correnti vincolati sui quali INVITALIA caricherà i contributi. In questo modo sarà possibile pagare in maniera più veloce i fornitori, riducendo l’esposizione finanziaria delle aziende. All’accordo hanno già aderito Banca Popolare del Frusinate, Banca di Piacenza, la Cassa Rurale e artigiana di Boves e la Banca di Credito Cooperativo.

Il Modello 231 per le imprese

L’introduzione del D.Lgs. 231/2001 ha stabilito che le imprese possono essere chiamate a rispondere in sede penale relativamente ad alcuni reati commessi nell’interesse delle imprese stesse o a vantaggio dai propri amministratori o dipendenti. Un quadro normativo complesso che disciplina la responsabilità delle imprese e che va ad aggiungersi, senza peraltro sostituirla, a quella delle persone fisiche che hanno materialmente commesso il reato. Inoltre, con l’introduzione di tale principio è stata prevista anche la possibilità per le imprese di dotarsi di un Modello di organizzazione, gestione e controllo con funzioni di prevenzione e contrasto all’interno dell’azienda per quanto riguarda i reati previsti dal D.Lgs. 231/2001.

Per le imprese ridurre il rischio di essere chiamati a rispondere per uno di questi reati può essere fondamentale. Adottando il Modello 231, infatti, si ottiene uno strumento difensivo nell’ipotesi di contestazione di uno dei reati previsti. Invocare la propria diligenza organizzativa può essere utile per ottenere l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità (dato che l’art. 6 del decreto attribuisce un valore esimente al Modello 231).

Il Modello 231 è un sistema complesso che si articola in diverse componenti, quali, ad esempio, forme di organizzazione, linee guida, principi, procure, deleghe, procedure e programmi di formazione. Ovviamente, affinché esso sia efficace in caso di contestazione di reato, è bene che esso sia adottato ed efficacemente attuato dall’impresa.

I vantaggi dell’applicazione del Modello 231 per le imprese comunque non si limitano alla possibilità di escludere la responsabilità in caso di reato, ma consentono all’impresa di avere una maggiore chiarezza organizzativa e un migliore bilanciamento tra poteri e responsabilità, di ridurre i rischi di indisponibilità dei sistemi e dei dati con conseguente riduzione delle conseguenti perdite. Oltre a questo è notevole anche il miglioramento dell’immagine aziendale e la sua percezione da parte di clienti e fornitori.